Il piano nazionale di transizione 4.0 prevede l’accesso alle aziende italiane di crediti d’imposta per stimolare gli investimenti.
In cosa consiste?
In cosa consiste?
Dal 1° gennaio 2023 i crediti d’imposta Industria 4.0 hanno subito un drastico ridimensionamento. La Legge di Bilancio approvata dal governo per il 2023, non ha confermato le percentuali agevolative previste per il 2022, né rinnovato l’agevolazione al 50% introdotta dal primo Decreto Aiuti per i beni immateriali 4.0. Si è dimezzato, inoltre, il credito d’imposta previsto per attività di ricerca e sviluppo, che è passato dal 20% al 10%, e quello per innovazione tecnologica green, che è passato dal 15% al 10%.
I beni materiali 4.0 agevolabili sono raggruppati in tre categorie:- a) Beni strumentali il cui funzionamento è controllato da sistemi computerizzati o gestito tramite opportuni sensori ed azionamenti;
- b) Sistemi per l’assicurazione della qualità e della sostenibilità;
- c) Dispositivi per l’interazione uomo-macchina e per il miglioramento dell’ergonomia e della sicurezza del posto di lavoro in logica 4.0.

Quali opportunità dal Piano nazionale di transizione?
Il Piano Impresa 4.0 è una grande occasione per tutte le aziende che vogliono cogliere le opportunità legate alla quarta rivoluzione industriale poiché prevede un insieme di misure organiche e complementari in grado di favorire gli investimenti per l’innovazione e per la competitività. Le aziende saranno in grado di garantire, grazie alle macchine che monitorano la produzione in tempo reale, una qualità migliore dei propri prodotti e di avere una maggiore produttività con minori sprechi, anche a livello energetico. Le aziende 4.0 sapranno prevedere in maniera automatica il grado di eventuali imperfezioni produttive, in modo da poter adottare, nel minor tempo possibile, le migliori misure di prevenzione per ottimizzare la qualità produttiva.